ROLANDINO E COMPAGNI DI BRIGATA

Rolando Natale era un operaio comunista di Lanzo Torinese ove era nato nel 1920. All’8 Settembre era riuscito a organizzare un nucleo di resistenza formando la cosiddetta Banda Rolandino che, nell’estate del ’44, diverrà brigata, la 19° brigata Garibaldi.

Operò in Val di Viù, nel Monferrato, nell’Astigiano a caccia di fascisti assaltando sperdute caserme dei carabinieri-Gnr, con agguati e imboscate a isolate pattuglia tedesche, prelevando da casa presunte spie, eccetera.

Suoi validi compagni erano il commissario politico Riccardo Sciandra, nome di battaglia Renato; il capo della polizia partigiana Carlo Osella, Bill, ex venditore ambulante di Racconigi; l’ex tornitore Vittorio Rampone detto il Sanguinario e altri, tutti assassini a sangue freddo che nel dopoguerra, quantunque chiamati a rispondere dei loro delitti, non scontarono un giorno di carcere in forza delle numerose amnistie decretate per i fascisti. A eccezione del boia Osella che sconterà nove anni di carcere e tre di manicomio, prorogati di due nel ’59, per errore del suo avvocato, il parlamentare comunista Umberto Terracini che ingenuamente ne aveva perorato lo stato mentale piuttosto che il presunto carattere politico dei suoi crimini.

Costoro provocarono lutti in centinaia di famiglie nelle valli di Lanzo commettendo atrocità verso inermi civili e militari arresisi o catturati, e questo fino al giugno del ’45, ovvero a guerra finita.

La cinquantenne Maria Clemenza Righetto, casalinga di Moretta, fu prelevata e uccisa il 4 maggio del ’45; la ventiduenne Giuseppina Ternavasio di Savigliano fu prelevata e uccisa il 6 maggio; la cinquantenne Domenica Negri, di Fossano, fu uccisa il 18 maggio. Più donne che uomini in quella parte del Piemonte: sartine di caserma, maestrine, ostetriche, lavapiatti di mense militari, semplici casalinghe colpevoli di avere familiari arruolati nell’esercito di Salò, eccetera.


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